L’identità di genere: cos’è?
Si sente molto parlare di identità di genere, ma non è sempre chiaro cosa sia, anzi, spesso si fa una gran confusione. A volte è scambiata con il sesso biologico, con l’orientamento sessuale o con il modo di essere di una persona… niente di più sbagliato! Facciamo un po’ di chiarezza.
L’identità di genere è il genere a cui si sente di appartenere, che si inserisce in uno spettro che va dal femminile al maschile, indipendentemente dal proprio corpo e dal sesso assegnato alla nascita. Questa sensazione è generalmente molto forte e iniziamo ad averne coscienza già dai due/tre anni di età. Essere trattato o considerato nei modi tipici del genere a cui non sente di appartenere è nella maggior parte dei casi fonte di stress e di disagio marcato. Vivere in armonia con il proprio genere è importante per stare bene e crescere felici, sia quando il corpo e l’identità coincidono (cisgender) sia quando non coincidono (transgender).
L’espressione di genere si riferisce invece al modo in cui ognuno di noi esprime, in modo più o meno consapevole, il genere a cui sente di appartenere. E’ legato agli aspetti sociali e culturali, infatti, al di là degli aspetti (delle dimensioni/dei tratti) corporei e sessuali, la consapevolezza di cosa significhi essere maschi, femmine o transgender è acquisita e sviluppata attraverso l’esperienza nell’ambiente in cui viviamo. Vestirsi da maschi o da femmine, fare cose da maschi o da femmine (sport, lavori, giochi etc.) ci dicono molto sulla nostra identità sessuale e su chi siamo o possiamo essere. Cosa succede quando un maschio vuole vestirsi o fare giochi o sport tipicamente femminili, o quando una femmina vuole vestirsi, portare i capelli, o giocare come un maschio?
Nella cultura italiana esistono molte differenze fra ciò che possono fare i maschi e le femmine, ad esempio i maschi possono avere molti partner sessuali senza che questo sia un problema, anzi a volte è visto come un pregio, mentre per una ragazza potrebbe essere un problema. Per le femmine invece è molto più normale essere sostenute economicamente da un uomo, cosa che un uomo non potrebbe fare o sarebbe visto male. Ovviamente ce ne sono tanti di esempi (i maschi non possono piangere, non possono avere paura, le femmine devono desiderare di avere un giorno dei figli, non possono essere aggressive… etc) ed è abbastanza facile capire che, anche se tutte queste regole non hanno nessun collegamento diretto con il nostro copro sessuato, incidono molto sul modo in cui è possibile vivere da maschi o da femmine.
È importante ricordare, quando si parla di ruolo di genere maschile e femminile, che alcune “regole” di comportamento (come quelle riportate negli esempi) coincidono, in molti casi, con quelli che si chiamano “stereotipi”. Per stereotipo intendiamo una rappresentazione rigidamente precostituita di un certo fenomeno in senso generale, che prescinde della conoscenza particolare dettata invece dall’esperienza. (es. lo stereotipo dei “nonni” è quello di persone anziane. Spesso è vero, ma non è sempre così, alcuni lo diventano sotto i 40 anni. Lo stereotipo quindi descrive idee generali (a volte fondate a volte infondate) ma in ogni caso non può dire nulla di una cosa o persona in particolare. Questo non significa, quindi, che una ragazza che ha diversi partner sessuali o un ragazzo che sia sensibile emotivamente debbano aspettarsi o, ancor peggio, accettare di essere giudicati male.
Gli stereotipi, infatti, ci prescrivono spesso comportamenti o pensieri che potremmo non condividere. La crescita personale di ognuno dipende anche molto dal suo personale modo di accettare o distanziarsi dalle regole culturali presenti nel nostro ambito di riferimento.
Cosa si intende per Transgender?
Cosa si intende per Identità non binarie?
Cosa si intende per Disforia di genere?
Cosa si intende per Transessualità?