Cos’è la Disforia di Genere o Incongruenza di Genere?
È solo quando l’incoerenza tra sesso e identità di genere provoca una sofferenza che si parla di una condizione, definita da un punto di vista scientifico, “Disforia di Genere” o “Incongruenza di Genere”. La disforia di genere si può manifestare sin dalla prima infanzia oppure più tardi durante la pubertà, oppure in età adulta, con caratteristiche diverse e un decorso diverso. Solitamente, la maggior parte delle situazioni di disforia di genere scompare da sola nell’adolescenza. Per quelle che proseguono oltre tale fase invece, è più probabile che la condizione resti stabile per tutta la vita.
Nei bambini con una disforia di genere che si manifesta nelle prime fasi di vita, ossia sin dalle prime fasi di formazione della loro identità, si possono osservare alcune manifestazioni, più o meno evidenti, diverse in ognuno. Molti bambini non ne vogliono saperne di essere chiamati col loro nome, ma pretendono un nome del sesso in cui si riconoscono, vogliono che ci si rivolga a loro con la declinazione corretta per il sesso in cui sentono di appartenere (“sei stato bravo” o “sei stata brava”) oppure non accettano di vestire nel modo tipico del loro sesso biologico e anche sport giochi e attività del sesso in cui si identificano sono fortemente preferiti; questi e molti altri legati al genere e all’espressione di genere sono aspetti tipici che si possono osservare in bambini che presentano questa caratteristica.
Il campo medico/scientifico sta facendo molti passi avanti in merito alle cose che si possono fare quando ci si trova in una condizione di disforia di genere, ma, se per i maggiorenni sono disponibili trattamenti ormonali e interventi chirurgici di riconversione del sesso, non è moto chiaro cosa si possa o si debba fare per i minorenni, sia perché non sono ancora in grado di autorizzare un trattamento medico così importante, sia per il fatto che come dicevamo, entro una certa età in alcuni casi la disforia scompare (si arresta) con il tempo.
È ovvio che la cosa più semplice da dire è “aspettiamo dopo l’adolescenza” ma è proprio lo sviluppo sessuale che può essere vissuto con grande disagio perché il corpo diventa sempre più “come non dovrebbe essere”. Per chi si ritrova in un corpo maschile sono traumatici il cambiamento della voce, la comparsa di barba e dei peli, la crescita del pene e l’accentuarsi del pomo d’Adamo, mentre per il sesso biologico femminile sono critici l’allargamento dei fianchi, lo sviluppo del seno e la comparsa delle mestruazioni. Proprio per evitare questa sofferenza, in alcuni stati è possibile sottoporsi ad una terapia ormonale per ritardare l’adolescenza e incidere molto sull’aspetto e sulle caratteristiche fisiche. Questa però è una realtà molto rara, in quanto le terapie ormonali sui minori non sono permesse in moltissimi stati per questioni sia etiche, sia legali. Un aspetto critico di questi interventi è proprio che è con la pubertà, e poi con l’adolescenza, che si sviluppa l’identità della persona; andando ad agire proprio su di essa si rischierebbe di bloccare la sua naturale evoluzione. Per questo motivo, ad oggi, molti interventi si concentrano nell’accompagnare il bambino e la sua famiglia nel lungo percorso di esplorazione degli aspetti disforici mantenendosi aperti a tutte le possibilità evolutive possibili.
Ciò che è certo però, è che insieme ad una corretta diagnosi e terapia medica è fondamentale che le persone possano vivere in una società aperta, informata e capace di accoglienza e socializzazione, in cui la sessualità e l’identità sessuale delle persone sia un argomento intimo e rispettato, in ogni caso. La maggior parte delle persone sente di appartenere al sesso del proprio corpo, ma non è sempre così e quando le cose non coincidono l’atteggiamento degli altri può fare una grandissima differenza.
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