Il linguaggio del corpo


Il nostro corpo è uno strumento potentissimo che ci può dire molto se impariamo ad ascoltarlo. Molto spesso ciò che non ci appare così evidente da un punto di vista cognitivo (quindi dei pensieri e della razionalità), può essere compreso ascoltando i segnali che il corpo ci manda.

In fasi così particolari come la pubertà o l’adolescenza, a volte ci può essere una confusione a livello emotivo che non ci permette di capire bene come ci sentiamo. Ed è proprio in questi casi che il corpo può “agire” il nostro stato d’animo. Ecco alcuni esempi.

Alcune difficoltà che sperimentiamo nelle prime esperienze sessuali possono derivare da sensazioni di ansia/tensione che possono essere sia il frutto di una normale agitazione dovuta al vivere situazioni nuove, sia indicatori del fatto che forse non stiamo molto “comodi” in quella data situazione, segnalandoci ad esempio che stiamo facendo qualcosa per cui non siamo pronti. Cosa fare allora? Innanzitutto facciamoci una domanda.

Se noi non siamo pronti a fare una cosa, perché il nostro corpo dovrebbe esserlo? Una stimolazione sessuale, se pur appropriata, può risultare non piacevole se viene associato ad essa uno stato emotivo negativo.

Qualsiasi sensazione fisica deve essere etichettata dal nostro cervello come piacevole o spiacevole e per dare una valutazione sono fondamentali le emozioni.

A volte trattiamo con poca attenzione il nostro corpo, forzandolo a fare delle cose e innervosendoci se non risponde ai nostri comandi. In realtà il corpo andrebbe ascoltato e rispettato. Tutti i nostri sensi (tatto, olfatto, vista, udito, gusto) sono importanti nel vivere un’esperienza. A volte ci aspettiamo che il corpo funzioni in maniera meccanica, funzionando nella stessa maniera indipendentemente dalla situazione che stiamo vivendo. Essere in una stanza maleodorante, con rumori fastidiosi di sottofondo, su un pavimento ruvido di sicuro non sarà lo stesso che essere in una stanza con un buon profumo, con della musica di sottofondo e su delle lenzuola morbide! Perché un’esperienza sia bella è necessario voler bene al proprio corpo e quindi a se stessi. I sensi a cui diamo più attenzione sono la vista, il tatto e il gusto, come se siano gli unici implicati nella sessualità. In realtà anche l’olfatto è un senso molto importante, collegato alle zone più antiche del cervello.

Il corpo inoltre non è importante solo per essere in contatto con noi stessi, ma è uno strumento  altrettanto importante per la comunicazione con gli altri.

La parola rappresenta sicuramente uno strumento potentissimo, che ci consente di comunicare efficacemente pensieri, idee ed impressioni.
Eppure molte forme di linguaggio “non verbale” hanno spesso un impatto molto più forte sulle persone, sollecitando emozioni che emergono al di là del controllo della ragione. Lo sguardo, il tono della voce, il movimento del corpo, le pose, la gestualità, la maggiore o minore vicinanza fisica che viene ricercata durante il colloquio con l’altro, sembrano, infatti, essere profondamente collegati alle specifiche emozioni che un individuo vive in un determinato momento. Tali emozioni vengono spesso riconosciute e recepite da chi ascolta, producendo delle reazioni emotive spesso inconsapevoli. Questo piano di comunicazione che potremmo definire inconscio e che, a volte, può anche contraddire quanto le persone dicono attraverso le parole, orienta il nostro atteggiamento nelle relazioni molto più di quanto possiamo pensare.

Un esempio può forse aiutarci a rendere più chiaro questo importantissimo concetto: una persona può comunicare verbalmente all’altra di essere entusiasta di incontrarla, ma al tempo stesso inviare segnali contrastanti attraverso il corpo, quali un abbraccio rigido e impacciato, un sorriso che risulta costruito, uno strano “nervosismo” nei movimenti, che parrebbero indicare piuttosto il desiderio di darsela a gambe, togliendosi dall’impaccio di quella situazione quanto prima!

Il comportamento non verbale è molto importante, più vero di quello verbale perché meno controllato.
Tuttavia contiene delle insidie: è più difficile da decifrare. Non ci sono dei significati universali e ognuno può interpretare dei comportamenti o degli atteggiamenti mettendoci del suo. Questo può essere fuorviante! A volte pensiamo che assumendo dei comportamenti l’altro capirà
cosa vogliamo comunicargli e ci rimaniamo male se non abbiamo la risposta sperata. La verità è che non è detto che il comportamento sia arrivato così chiaro all’esterno. Viceversa
possiamo interpretare dei comportamenti dell’altro sulla base di alcuni ipotetici segnali che non è detto corrispondano alla realtà.

È importante perciò imparare ad esprimersi in modo chiaro e dall’altra parte chiedere quello che vogliamo sapere al diretto interessato. L’altro non sta nel
la nostra testa e noi non stiamo nella testa dell’altro, spesso possono esserci fraintendimenti!

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