Con la pubertà il corpo subisce molti cambiamenti che possono suscitare emozioni contrastanti, anche perché spesso avvengono in tempi molto brevi. Vedersi “improvvisamente” in un corpo diverso può non essere così semplice, anche perché questi cambiamenti non si verificano con gli stessi tempi in tutti.
Ci si può trovare perciò ad essere tra i propri coetanei i primi a vivere questo passaggio (come nei casi di pubertà precoce – prima degli 8 anni per le ragazze; prima dei 9 per i ragazzi) o viceversa gli ultimi (come nei casi di pubertà ritardata – dai 13 anni in poi per le ragazze; dai 14 anni in poi per i ragazzi).
Queste differenze possono portare a sentirsi un “pesce fuor d’acqua”, generando disagio e imbarazzo.
In questo ci sono delle differenze nel vissuto maschile e femminile: quello che accade più di frequente è che i ragazzi si possono sentire più a disagio se raggiungono la pubertà più tardi rispetto ai compagni; al contrario le ragazze lo percepiscono maggiormente se la raggiungono prima. Tuttavia, non si possono fare generalizzazioni: ognuno può vivere questi cambiamenti in modo diverso, in base alle proprie caratteristiche personali.
Oltre a questo aspetto, può succedere che le modifiche che il nostro corpo sta subendo non piacciano molto. Il corpo spesso (quasi sempre) non rispecchia gli standard divulgati dai media. L’ideale femminile è rappresentato da un corpo magro, quello maschile muscoloso. Anche se questi modelli sembrano anche quelli più salutari, sono spesso non naturali e ottenibili solo tramite pratiche non sane per il nostro corpo (eccessiva attività sportiva o ricorso eccessivo a diete dimagranti). Ci si può trovare, così, a fare il confronto con ideali spesso diversi dalla realtà. Questo può generare ansie riguardo alla propria immagine corporea. È importante sapere che in questo periodo di vita, inoltre, il corpo è in fase di trasformazione e ha bisogno di tempo per raggiungere le forme adulte.
Ma vediamo nello specifico cosa accade:
LA PUBERTA’ FEMMINILE

Si colloca in un’età compresa tra i 10 ed i 18 anni. Il primo segno della pubertà femminile di solito è l’inizio dello sviluppo dei seni (chiamato scientificamente “telarca”).
Anche i questo caso ci sono molte differenze individuali: i seni crescono con caratteristiche molto diverse da ragazza a ragazza e questo può dipendere da molti fattori. Ad esempio, una differenza può farla l’aver ereditato caratteristiche e struttura corporea dai nostri familiari adulti; oppure il fatto di praticare più o meno assiduamente particolari attività sportive. Ragazze che praticano sport in modo amatoriale o agonistico, magari sin da piccolissime, possono avere la tendenza ad avere forme diverse anche a seconda dell’allenamento che hanno fatto o che fanno tutt’ora. Un altro aspetto può essere quello del regime alimentare abituale: il seno, infatti, è composto in buona parte da tessuto adiposo (grasso); per questa ragione noteremo che potrà aumentate o ridursi anche a seconda del variare del nostro peso corporeo.
Alla crescita dei seni di solito segue, poco dopo, la comparsa della peluria pubica. Anche i genitali, interni ed esterni, cominciano a cambiare. La vagina in questo periodo inizia ad aumentare di dimensioni, così come l’utero. La vulva comincia a prendere le sembianze adulte.
Il primo ciclo mestruale (menarca) compare in genere quando lo sviluppo dei seni si è completato: ciò avviene in un’età profondamente variabile da ragazza a ragazza e risente fortemente anche dell’influenza genetica (dipende cioè anche da quando la propria madre ha avuto il primo ciclo). Inoltre, è importante ricordare che la comparsa della prima mestruazione non sempre coincide con la completa maturazione dell’apparato genitale femminile. Infatti, occorrono dai tre ai cinque anni “di rodaggio” perché il complesso sistema cominci a funzionare completamente e regolarmente. Quindi è molto probabile che, in questo periodo, la quantità e la durata delle mestruazioni sia variabile, talvolta potranno essere abbondanti, talvolta estremamente scarse. Potrà variare anche la durata ed essere superiore o inferiore ai “classici” cinque giorni. Altra dimensione molto variabile da ragazza e ragazza è il dolore legato al ciclo mestruale: sebbene sia un fenomeno normale e fisiologico relativo allo sfaldamento dell’endometrio, l’intensità e la durata può essere molto diversa. Solitamente, se anche la propria madre ha avuto mestruazioni dolorose è probabile che si viva la stessa condizione. Tuttavia, è opportuno ricordare che un dolore percepito con eccessiva intensità e che in qualche modo impedisce lo svolgimento delle normali attività di vita quotidiana è bene che se ne parli con un ginecologo che possa verificare che non ci siano condizioni che provocano questo problema e con cui si possano valutare delle possibili soluzioni per vivere con meno difficoltà il periodo mestruale.
LA PUBERTA’ MASCHILE

La pubertà maschile inizia generalmente uno o due anni più tardi rispetto alle femmine (intorno ai 12 anni).
Il primo segno osservabile di questo cambiamento è la crescita dei testicoli, del pene e degli organi sessuali accessori (prostata, vescicole seminali ed epididimo); inoltre, la pelle che li ricopre assume gradualmente una colorazione più scura.
Spesso, proprio il tema delle dimensioni dei genitali e dei confronti con gli amici o i fratelli, magari più grandi, può suscitare forti ansie, creando senso di inadeguatezza, paura di essere poco virile, etc. In realtà, le dimensioni del pene, che variano da ragazzo a ragazzo, non hanno nulla a che vedere con la virilità! Gli organi genitali hanno dimensioni differenti nei diversi individui, ma questo non dovrebbe essere un motivo di preoccupazione, poiché la misura del pene non è determinante per la qualità del rapporto sessuale. Delle volte tale preoccupazione può diventare così centrale da portare ad evitare tutte le situazioni di nudità sociale in cui ci possa essere un confronto con gli altri come ad esempio docce pubbliche, spogliatoi, centri sportivi e via dicendo, impedendo così di poter svolgere delle attività che potrebbero invece interessare molto. Oppure evitare incontri “sessuali” con l’altro nonostante ce ne sia il desiderio. Tutto questo con la convinzione che ci sia qualcosa che non va nel proprio pene. In questi casi è importante poter parlare con qualcuno di queste preoccupazioni e convinzioni e non chiudersi modificando la propria vita per queste.
In questo periodo cominceranno a crescere i peli su tutta la zona genitale. Solo più tardi (a volte anche dopo anni) nasceranno i peli ascellari e spunterà la barba.
Un altro cambiamento che avviene durante la pubertà riguarda la voce, che diventa più profonda a causa della stimolazione della laringe a opera del testosterone. Durante lo sviluppo della laringe, la voce può subire, per un certo periodo, strane variazioni timbriche, assumendo toni ora rauchi ora striduli, la qual cosa può creare spesso un notevole imbarazzo. La voce perderà poi il timbro infantile e in corrispondenza della laringe comparirà il pomo di Adamo.
Il segnale della raggiunta maturità degli organi genitali è la comparsa della prima eiaculazione (spermarca). Avviene di solito tra i 13 e 14 anni, ma anche in questo caso ci sono ampie oscillazioni temporali del tutto normali. L’eiaculazione consiste nella fuoriuscita dal pene del liquido seminale o sperma. Il più delle volte la prima eiaculazione avviene in seguito alla masturbazione, ma può anche verificarsi durante il sonno attraverso quella che viene chiamata “polluzione notturna”, fenomeno assolutamente incontrollato ed inconscio che non ha alcun significato patologico.
PER ENTRAMBI
Oltre ai cambiamenti corporei più “visibili” all’esterno, quindi, con la pubertà si assiste a due importanti eventi sia per i maschi che per le femmine che segnano l’acquisizione delle capacità riproduttive:
- l
o spermarca (la prima eiaculazione)
- il menarca (la prima mestruazione).
Eventi complementari e con lo stesso significato biologico, ma con dei significati culturali molto diversi!
Il menarca è un fenomeno molto più conosciuto, in famiglia se ne parla e spesso le ragazze quando hanno il loro primo ciclo, sono già informate e sanno cosa sta accadendo. Inoltre, è un momento che viene condiviso, a cui solitamente tutti danno importanza. Ad esempio da parte della famiglia possono esser fatti festeggiamenti, con tanto di regali o semplicemente congratulazioni per esser diventate “donne”.
Lo spermarca invece, pur essendo l’equivalente maschile del menarca, non riceve lo stesso “trattamento”. Molto spesso a casa non se parla e i ragazzi difficilmente arrivano adeguatamente preparati al momento della loro prima eiaculazione. Solitamente, inoltre, non è un avvenimento che viene condiviso e nessuno ne fa una “festa”.
Questo per vari motivi: per quanto riguarda la preparazione all’evento e la condivisione nel post, per la ragazza c’è un controllo dall’esterno maggiore in quanto dal momento in cui avrà il suo primo ciclo potrebbe rimanere incinta; anche il ragazzo diventa fertile, tuttavia il rischio è sentito come meno urgente dato che le conseguenze sarebbero più direttamente collegate alla ragazza. Inoltre, la mestruazione non è collegata al piacere sessuale e quindi gli adulti di riferimento possono sentirsi più a loro agio nel parlarne; con i ragazzi nel pre si potrebbe aver paura di “invogliare” alla scoperta della sessualità e in particolare della masturbazione e per quanto riguarda la condivisione nel post, sia per il ragazzo che per i genitori potrebbe essere imbarazzante proprio perché spesso l’evento è legato all’attività sessuale!
Il fatto di non ricevere una giusta educazione sessuale può contribuire al vissuto di confusione tipico di questa fase di cambiamento. Con la pubertà il nostro corpo subisce un’altra importante modifica: diventa “pronto” per avere rapporti sessuali.
Il fatto che il corpo sia biologicamente pronto non implica che ci sia una corrispondenza anche a livello emotivo, quindi delle esperienze che ci si sente di fare e come farle. Ci si può sentire estranei nel proprio corpo, che sta assumendo delle sembianze adulte quando magari dentro ci sentiamo ancora bambini.
È importante perciò ascoltarsi e cercare di capire come ci si sente rispetto ad alcune esperienze che intorno a noi tutti fanno, in apparenza, con più tranquillità! Ognuno ha i suoi tempi ed in questo momento di transizione è importante focalizzarsi su se stessi. Per imparare ad “ascoltare” meglio i nostri desideri reali, può essere una buona cosa quella di cercare di confrontarci con qualcuno che possa aiutarci e tranquillizzarci: un genitore, un parente più grande con cui abbiamo un buon rapporto e di cui ci fidiamo, oppure fare una chiacchiera con un sessuologo esperto, che potrà essere a disposizione per ogni dubbio o domanda!